La parola manichino viene dal termine olandese “manneke” che significa piccolo uomo che poi si francesizza in “mannequin”, le origini di questo sostituto stanno nelle riproduzioni sacre, nelle rappresentazioni di spettacoli e poi dal 1700 nella moda. Le bambole o Poupees de Mode erano per le aristocratiche, come Marie Antoinette un modo per vedere rappresentato un modello. Solo nel 1800 con il diffondersi dei “negozi” e delle vetrine compaiono i primi veri manichini, diversi da quelli usati nelle sartorie, spesso hanno volti di personaggi famosi, sono figure che vogliono attirare attenzione. Dal 1900 il manichino prende una funzionalità che determina la scelta di forme e materiali diversi, una sperimentazione che coinvolge lo studio artistico e scientifico insieme per la prima volta. Il corpo riprodotto evoca l’ortopedia ma anche la scultura anatomica, fino alle interpretazioni contemporanee che si confrontano con la produzione corrente ma anche con l’esposizione storica. Così Mensura con la sua storia di ricerca e produzione contemporanea ma anche con la sua tradizione così antica, entra nella narrazione di chi Archivia e Produce, curando il passato lavorando nel presente. Mensura realizza lo strumento fondamentale per chi crea l’abito, che sia per una persona o per un attore il manichino é il corpo con cui si confronta l’invenzione. E’ lo strumento di verifica ma anche l’immagine dell’evoluzione e del cambiamento morfologico del corpo nel tempo, basti pensare alla silhouette che dal 1800 al 1900 cambia cinque volte.
Il progetto nasce per tramandare una tecnica antica appartenente alla storia di famiglia, che ha un valore culturale e sociale. I busti sono realizzati rigorosamente a mano in carta riciclata e rivestiti in cotone. Un metodo ad oggi scomparso che resta l’unico veramente qualitativo, professionale e sostenibile. Una tradizione da mantenere perché innovativa nel suo rapporto con la manualità, l’ecologia e la sartoria. Un approccio contro ogni logica di mercato che pensa ad un prodotto realizzato in Italia, durevole nel tempo e basato sull’alta manifattura con obbiettivi che seguono sempre i valori di sostenibilità e artigianato. Nel 1950 Angele e Matteo Contesini, fondarono a Roma una delle prime aziende di “sculture per la vetrinistica”. L’esperienza di una sarta e di uno scultore diede vita a prodotti dal valore artistico e manifatturiero, che si contraddistinsero sin da subito sul mercato. Diressero negli anni la ricerca verso la realizzazione di un supporto perfetto per il lavoro sartoriale: nel materiale, nel rivestimento e nelle linee. Da qui la scelta della carta pesta, del cotone e dello studio approfondito del fit. Dopo di loro, Gianluigi Contesini, prosegue dando corpo all’azienda, ampliandone i servizi e il potenziale, collabora con Accademie, Musei e grandi maison della moda e mantenendo sempre viva l’originalità e il made in Italy. Dopo circa 70 anni nasce Mensura di Priscilla Contesini la terza generazione di scultori che affonda le radici nell’arte e nell’artigianato, conserva i valori della tradizione e introduce l’innovazione digitale. Si rivolge a coloro che nutrono interesse per un prodotto che è storia, esperienza, ricerca, manualità e cura. Un progetto innovativo che combina tecnologia 3D e artigianato.